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Interviste

Sette Domande da Ticino7

Intervista a cura di Roberto Roveda, pubblicata su Ticino7 del 10 marzo 2017

In politica si è occupata spesso di cultura. Da dove nasce questo interesse?
In famiglia. Quando ero bambina mi portavano a visitare monumenti e città, a scoprire il nostro territorio. Poi si andava per antiquari e la sera mia madre spesso ci leggeva libri ad alta voce. Oppure si suonava o ascoltava musica. I miei interessi culturali sono nati così; poi la politica mi ha un po’ distolto da questi piaceri. Reggendo per diverso tempo il Dicastero della Cultura a Lugano ho però avuto il privilegio di non allontanarmene troppo.

Dunque è stata sua madre a trasmetterle il gusto per la lettura?
Sì, ci leggeva libri come Per chi suona la campana di Hemingway, Non ti chiamerò più padre di Bacchelli, Noi vivi di Ayn Rand e ancora i Promessi sposi o i Buddenbrook. Magari saltava pagine noiose o difficili, ma devo a lei il gusto per i grandi romanzi e il teatro. Lo devo a lei e a buoni professori e amici. Le letterature contemporanee le trovo invece più difficili: ci vorrebbero guide che aiutino a scegliere. In fondo, il tempo per la lettura è poco e vi è il rischio di perdersi. Amo molto anche la poesia.

 E quali sono i suoi poeti preferiti?
Leopardi, Montale, Ungaretti, Dante, Zanzotto, Luzi, Pavese. Anche in Ticino i bravi autori non mancano, come Orelli o Pusterla. Non mi dispiace nemmeno la poesia dialettale; di recente è stato ripubblicato un libro di poesie di Pino Bernasconi attorno al Monte Generoso: l’ho trovato intenso e interessante. 

Con questa preparazione letteraria come mai ha scelto di fare l’avvocato?
Lo studio del diritto è stata una scelta naturale. Certo, la mia è una famiglia di giuristi, nessuno però mi ha spinta a diventare avvocato. Se ci fossero state pressioni forse avrei fatto altro, per spirito di contraddizione. Viceversa, sono cresciuta in un ambiente di professionisti felici del loro lavoro e che grazie alla professione sono cresciuti anche umanamente e hanno acquisito competenze importanti. Quindi è stato naturale per me scegliere la strada del diritto. È il mio lavoro e mi piace molto.

E se non fosse cresciuta in una famiglia di giuristi, cosa avrebbe fatto?
Forse qualcosa legato alla musica, magari alla musica leggera. Tra i miei «poeti» preferiti, infatti, inserisco anche De Andrè, Brel, Brassens e Guccini. Mi sarebbe piaciuto fare canzoni e «canzonette». In generale la musica mi piace tutta, mi mette di buon umore ascoltarla e suonare; cantare mi dà forza. La musica sprigiona una carica positiva, energia, come fare sci d’acqua!

È dunque un’amante dello sport?
Certo! Non l’ho mai fatto a livello agonistico, però mi piace. Soprattutto gli sport acquatici e quelli a contatto con la natura, come lo sci d’acqua e la vela. In inverno mi piace sciare e amo la natura del nostro cantone: fare passeggiate, cercare funghi, osservare la flora e gli animali. I nostri boschi sono sempre stati una «passione», che voglio recuperare ora che ho un po’ più di tempo.

Quello con il territorio ticinese è un legame molto forte...
Si, quando c’era la pausa scolastica estiva molti miei compagni e compagne an- davano via. Non vedevano l’ora di partire mentre a me piaceva rimanere qui. Stavo in una casa in collina, nel verde, mi piaceva fare passeggiate, esplorare, stare «in giro» tutto il tempo a contatto con la natura e con il nostro territorio, che dal punto di vista naturalistico è straordinario. È in quelle belle estati che ho imparato a guardare le stelle cadenti; e a considerare il bosco come un amico, a sentire dentro di me lo spirito di Hermann Hesse quando diceva che andare nella natura alla fine porta a sentirsi parte della stessa. E io della natura del Ticino mi sento veramente parte.


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